Comunicazione UNICOBAS SCUOLA
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L’Unicobas Scuola & Università indice un’ASSEMBLEA SINDACALE ON-LINE APERTA A TUTTI I COLLEGHI, DOCENTI ED ATA, DI RUOLO E NON, IN ORARIO DI SERVIZIO, LIBERI DAL SERVIZIO O CON PERMESSO ORARIO (art. 16 C.C.N.L. 2003), AI SENSI DELLA L. 300/70, dalle h. 16.00 alle h. 18.00 per MARTEDÌ 9 FEBBRAIO 2021, alla quale si potrà accedere presso i link sottoelencati
ASSEMBLEA.SINDACALE.ON.LINE.UNICOBAS.SCUOLA.MARTEDÌ.9.FEBBRAIO.2021.h.16.00/18.00
L’Unicobas Scuola & Università indice un’ASSEMBLEA SINDACALE ON-LINE APERTA A TUTTI I COLLEGHI, DOCENTI ED ATA, DI RUOLO E NON, nonché a TUTTI coloro che siano interessati alla SICUREZZA ed alla QUALITÀ DELLE SCUOLE ed al rispetto di docenti, ata e studenti. L’ASSEMBLEA SI TERRÀ dalle h. 16:00 alle h. 18:00 di MARTEDI’ 9 FEBBRAIO 2021. L’assemblea verrà svolta in modalità on-line contemporaneamente sia PRESSO LA PAGINA FACEBOOK Unicobas Scuola & Università che dal CANALE YOU TUBE dell’Unicobas.
Per partecipare all’ASSEMBLEA:
- a) se la si vuole seguire via Facebook cliccare su questo link:
https://www.facebook.com/events/1315019975534860
cliccare su “Parteciperò” e seguirla il 9 Febbraio allo stesso link dalle h. 16.00,
oppure
- b) se la si vuole seguire via You Tube cliccare su questo link:
iscriversi al Canale You Tube dell’Unicobas e seguirla il 9 Febbraio allo stesso link dalle h. 16.00.
Non c’è limite di partecipazione.
Le domande vanno poste via chat: risponderemo nell’ultima mezz’ora.
DISCUTEREMO DELLA SITUAZIONE E DEL PERCORSO PER OTTENERE: [SINTESI] a) Rispetto della sentenza della Suprema Corte di Strasburgo. Il governo ottemperi: ASSUNZIONE IMMEDIATA TRAMITE GRADUATORIA PER TITOLI E SERVIZIO dei precari, docenti ed ata, con 3 anni di servizio PER RIDURRE SUBITO a 10/15 il numero massimo di alunni per classe e potenziare la gestione delle scuole: altro che “un metro statico dalle rime buccali” e persino 25/30 alunni e gli insegnanti in pochi metri quadri in più dei presenti, staticamente bloccati persino a ricreazione e con mascherine scadenti (non Ffp3)!!! In Belgio hanno riaperto con al massimo 10 alunni e 4 metri quadrati a testa, in Germania e Regno Unito con gruppi di 15 e separazione di 2 metri (previsti anche in Spagna). Ribadiamo il nostro NO alle misure scelte dal Comitato tecnico-“scientifico” italiano e al vergognoso accordo sottoscritto per il rientro da Cgil, Cisl, Uil e Snals. Il problema non era (e non è) “rientrare” o “non rientrare”, bensì il COME si sarebbe dovuto rientrare (perché, COME HANNO BEN CAPITO OGGI GLI STUDENTI CHE MANIFESTANO IN TUTTA ITALIA, così NON si POTEVA rientrare): è ridicolo sentire di “movimenti” (come “Priorità alla scuola”) che si lamentano della situazione SENZA UN ATTEGGIAMENTO CRITICO CONSEGUENTE non solo per quanto fatto dal governo, ma anche rispetto alla connivenza ed alle enormi responsabilità dei sindacati pronta-firma, con i quali costoro contraddittoriamente “manifestano” (fingendo di non sapere che così li rilegittimano); b) SANIFICAZIONE: la Germania ha speso 500 milioni in impianti d’aerazione, da noi non s’è fatto nulla: intervenire per un’immediata SANIFICAZIONE dell’aria nelle scuole (basta con la vergogna delle classi-frigorifero a causa delle finestre aperte in pieno inverno); c) AMPLIAMENTO DEGLI SPAZI DIDATTICI con piena fruizione del patrimonio edilizio inutilizzato (caserme dismesse, etc.) proprietà di stato, regioni, enti locali: basta con doppi turni demenziali ed alunni sequestrati senza mensa sino alle 4 del pomeriggio; d) GLI ESEMPI EUROPEI: la Germania ha un servizio di trasporti dedicati alla scuola, in Italia s’è fatto ben poco: messa a disposizione immediata del parco pullman di esercito, finanza, polizia, carabinieri, aviazione e marina per TRIPLICARE LE CORSE DEI TRASPORTI PUBBLICI cittadini e ferroviari; e) CANCELLAZIONE DEL CONTRATTO INTEGRATIVO TRUFFA SULLA DDI: quando tutto sarà stato messo in sicurezza ripartire in presenza, limitando al minimo la Ddi (ex Dad), solo con una campagna di tamponi, tracciamenti e vaccini per docenti, ata e studenti seria ed adeguata; f) CANCELLAZIONE DELL’ACCORDO CHE RIDUCE IL DIRITTO DI SCIOPERO, cancellazione dell’obbligo di risposta sull’adesione o meno agli scioperi e del contingente di personale Ata obbligato al servizio; g) INDENNITÀ DI RISCHIO: 250 euro mensili di indennità di rischio per docenti ed ata fino al termine della pandemia; h) CONTRATTO: porre termine alla sospensione del contratto (ultra-scaduto) con un piano triennale: subito 300 euro netti per il personale ata che, in particolare per quanto riguarda le qualifiche inferiori (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici), ha stipendi da fame. Portare parallelamente la retribuzione dei docenti all’ottavo livello (quello dei vecchi presidi), come è stato fatto per i Dsga (che hanno lo stesso titolo d’ingresso dei docenti: la laurea), livello da rivalutare di 300 euro anche per i Dsga, affinché, nell’ambito di una perequazione complessiva triennale, per tutto il personale si giunga rispettivamente a 1.000 euro (docenti) e 550 euro (ata) di aumento netti, agganciando gli stipendi della scuola almeno ai livelli intermedi (Spagna) relativi alla media retributiva europea.
Collaborate: CONDIVIDETE SUBITO L’EVENTO ed IL 9 FEBBRAIO, già da prima delle h. 16.00, CONDIVIDETE la DIRETTA FACEBOOK e/o YOU TUBE sul VOSTRO PROFILO e sui GRUPPI SCUOLA AI QUALI siete ISCRITTI. Inoltre INVITATE GLI AMICI. Chi sarà presente all’evento potrà porre DOMANDE in CHAT nel corso della diretta: le RISPOSTE verranno selezionate e fornite NELL’ULTIMA MEZZ’ORA.
Ordine del giorno (completo):
1) Già nel mese di novembre 2020 erano 73.489 ragazzi tra 0 e 18 anni di età sono risultati positivi al Covid-19. La popolazione scolastica rappresentava il 14,4% dei 510.347 nuovi casi in Italia. Oggi la situazione è ancora più grave e s’è perso anche il conto dei tracciamenti. Sia nella prima fase della pandemia, che oggi con la recrudescenza della stessa (che ha portato da 35 a più di 85mila le vittime), per non assumere e non investire, hanno disposto ridicole “distanze” per la scuola, persino se messe a confronto con un semplice esercizio postale o commerciale. Il Ministero ha adottato un’unica misura per l’anno scolastico 2020/2021: un solo metro fra le “rime buccali” (che consente persino 80 cm. di distanza fra i banchi): metro “statico” (neppure “dinamico”). Sono rimaste le “classi pollaio”, e per quest’anno non hanno calcolato neppure il tasso di ripetenza. Ciò ha prodotto classi con anche 20 alunni. Le ventiduemila sbandierate assunzioni arriveranno per il prossimo anno. Più della metà dei posti chiesti in più dai Presidi in sede di organico di fatto è stata negata, persino nelle scuole dell’Infanzia e Primarie. Manca il 50% degli insegnanti di sostegno. La Germania ha investito 500 milioni di euro per la sanificazione dell’aria nelle scuole, mentre in Italia si costringono insegnanti e studenti a stare con le finestre aperte anche per 6/8 ore persino a 5 gradi sotto- zero. In Belgio hanno riaperto con al massimo 10 alunni e 4 metri quadrati a testa, in Germania e Regno Unito con gruppi di 15 e separazione di 2 metri (previsti anche in Spagna). Ribadiamo il nostro NO alle misure scelte dal Comitato tecnico-“scientifico” italiano per il rientro e all’accordo sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Snals.
2) MINISTERO BOCCIATO. RIVENDICAZIONI:
–Ribadiamo ciò che abbiamo chiesto con forza, in presenza, l’8 giugno al Presidente del Consiglio ed a 5 ministri del Governo Conte nel corso degli Stati Generali: massimo 10/15 alunni per classe ed assunzione di 240mila insegnanti (il terzo necessario in più per ridurre le classi), molte più stabilizzazioni di quanto previsto, anche per il personale Ata e nella Scuola dell’Infanzia, esclusi dai concorsi banditi. NO al precariato “usa e getta” (assunzioni a singhiozzo). Le linee guida e le indicazioni del Cts sono confuse e contraddittorie, non garantiscono né sicurezza, né buona didattica. Troppo pochi gli investimenti strutturali senza un radicale cambiamento di orientamento delle ormai trentennali scelte politiche di impoverimento e dequalificazione della scuola. Con la disponibilità di 220 miliardi da investire per il Paese (84 dei quali a fondo perduto), la Scuola deve venir posta al centro di un vero progetto di ripresa del Paese.
–Stabilizzazione diretta degli specializzati di sostegno, percorsi di abilitazione per chi ha esperienza pregressa, onde evitare che oltre la metà delle cattedre continui a venire assegnata a chi non conosce l’handicap, e poi istituzione della classe di concorso specifica.
–No al nuovo Pei, che non tiene più in conto diagnosi ed interventi individualizzati, facendo tornare la scuola alla logica delle classi differenziali, a tutto detrimento dei diversamente abili.
–Assunzione di almeno 50mila collaboratori scolastici per coprire i vuoti in organico per la vigilanza, di 20mila fra personale di segreteria e tecnici, più tutto il personale necessario per sopperire alle difficoltà dovute alle migliaia di soggetti fragili ed anziani che (indici Inps) hanno diritto a tutte quelle tutele inizialmente previste e poi vergognosamente ritirate in buona parte dal Governo.
–Ricordiamo che negli ultimi 30 anni sono state tagliate 300mila cattedre e 70mila posti Ata. Dei miliardi disponibili con il recovery fund, occorre investirne immediatamente almeno 7 aggiuntivi per le assunzioni, 7 per il contratto, più i 13 necessari ad un piano pluriennale per porre in sicurezza l’edilizia scolastica (dopo aver perso 12 mesi), invece di spenderne 50 per i caccia bombardieri F16, F35 e la portaerei Trieste, invece di favorire con altri 30 miliardi (almeno) banche e lobbies speculative e di versarne 6,3 a Fiat-Fca, piuttosto che finanziare ancora per 650 milioni (e contro la Costituzione) i diplomifici privati. Sui circa 40.000 edifici scolastici solo il 10% è a norma per la sicurezza, solo 15.687 hanno il certificato di agibilità, mentre il restante 60% (70% in Sicilia) non possiede neanche quello. Solo 5.117 edifici (12%) sono vagamente “antisismici” ed unicamente 9.824 (24%) hanno il certificato di prevenzione incendi (Cpi).
-Ribadiamo che occorre far pagare le tasse alle multinazionali informatiche, invece di dar loro in mano le piattaforme per la didattica a distanza.
-Ribadiamo che è una vergogna la carenza di almeno 50mila fra medici e sanitari (anche per la campagna di vaccinazione, destinata a ritardare di due mesi anche a causa dell’arroganza e delle discriminazioni delle imprese farmaceutiche americane ed inglesi) perché non sono stati investiti neppure i 10 miliardi stanziati per la sanità (e s’è lasciato finanche il numero chiuso a medicina), colpevoli innanzitutto le regioni, col risultato di avere (se ci sono) solo 11mila terapie intensive (da 5mila che erano) contro le 30mila già presenti in Germania ai tempi del primo lockdown (salite poi a 50mila). Si poteva evitare di cadere nella seconda ondata della pandemia, invece di seguire le peggiori inclinazioni mercatiste di un’estate impazzita dietro piazze e discoteche zeppe di cretini. Si poteva evitare di affollare le aule con 25 alunni ed insegnanti in 30 metri quadri nella scuola dell’Infanzia, Primaria e Media, con un solo metro di distanziamento, anche per 8 ore, quando in un comune esercizio commerciale non si entra che in due alla volta (altro che doppi turni!!!).
–Last but not least, la didattica a distanza andava fatta senza il mito “salvifico” della digitalizzazione, i ridicoli diktat di Bruschi, dell’Azzolina, dei sindacati di stato pronta-firma (pronti a a scaricare tutto su docenti ed ata, nonché a limitare ulteriormente il diritto di sciopero, a cominciare dal vergognoso contingentamento del personale ata), di tanti dirigenti digiuni di pedagogia, senza trasformare gli insegnanti tutti, ed in particolare quelli di sostegno, in tappa-buchi, e nel rispetto della creatività di docenti e studenti. Ribadiamo l’opposizione alle smart-class, alle riunioni on-line deregolamentate, nonché all’inserimento della “Dad” nei Ptof (triennali), voluto dai dirigenti nonostante non lo prevedano neanche i vari Dpcm, che limitano la Dad (ribattezzata oggi “didattica digitale integrata”) all’emergenza sanitaria. Giudichiamo risibile, oltre che vergognoso ed antipedagogico, il diktat estivo della Azzolina sulle 10 ore di videolezioni dalla prima elementare anche con la scuola in presenza e ben oltre la pandemia, che salgono a 15 dalla seconda alla fine delle Medie ed a 20 nella Superiore di Secondo grado. Siamo contro la delocalizzazione degli alunni in parrocchie, strutture private e case comunali e la gestione sommaria, ridotta o dequalificata del tempo-scuola, che si concretizza di fatto oggi in un forte attacco al tempo pieno, a cominciare dal Meridione, ove è stato reso di fatto impossibile dal mancato arrivo dei docenti in più chiesti dalle scuole in sede di organico di fatto.
Come denunciavamo dall’inizio, la Dad è stata anche riproduttrice di diseguaglianza, oltre che di arricchimento economico per privati: secondo l’Istat almeno il 30% degli alunni (con percentuali più alte al Sud) è stato discriminato. Fortissimi sono i rischi dell’uso acritico degli strumenti digitali, soprattutto per la fascia giovanile più debole: gli studenti in condizioni economico-sociali svantaggiate e gli alunni diversamente abili. Non c’è nessuna evidenza che la digitalizzazione migliori comunque il processo di apprendimento, mentre vi sono certezze negative rispetto all’abuso del digitale.
Effetti negativi sull’organizzazione delle ore funzionali per docenti ed educatori a causa dell’abuso della Dad:
- attivazione classi virtuali senza controllo, mancato rispetto della privacy di docenti, famiglie e studenti in assenza di una piattaforma attivata dal Ministero con piena assunzione di tutte le responsabilità ed in sicurezza;
- moltiplicazione delle riunioni collegiali on-line, degli incontri con famiglie e studenti ben oltre gli spazi istituzionalmente dedicati e con ingerenze e “valutazioni” improprie sui docenti;
- costi non rimborsatie rischi sanitari legati all’attivazione della Dad (continuità sul video) per docenti, studenti ed ata;
- disprezzo di mansionario, stato giuridico e norme del Ccnl.
- orario di sevizio superioreagli obblighi contrattuali o spalmato sull’intera giornata;
- massa di compitiper gli alunni e/o imposizione delle sole video lezioni;
Abusi perpetrati nei confronti del personale Ata su:
- mansionario;
- uso d’autorità delle feriein essere e non godute;
- presenza a scuola senza garanzie sanitariein periodo di pandemia (prima e seconda ondata) e turnazioni improprie;
- sanificazionedelle scuole (competenza Asl).
-Su tutto questo daremo suggerimenti utili per le RSU ed RLS.
-Vogliamo sanificazioni costanti ed adeguate ad opera delle Asl.
-Vogliamo l’assegnazione di cattedre a tutto l’organico potenziato.
–Denunciamo che, vergognosamente, “solerti” dirigenti scolastici, fomentati dal Ministero e dall’Associazione Nazionale Presidi hanno stracciato ancora una volta il contratto nazionale imponendo illegittimamente la presenza a scuola dei Docenti nel periodo canonico di chiusura delle scuole e non rispettando i 15 gg. di continuità spettanti al personale Ata. Contro tutto questo abbiamo già dato la possibilità di protestare con uno sciopero ad Agosto, riproposto sulle questioni generali della sicurezza il 24 e 25 settembre 2020. I Dirigenti (come i “responsabili Covid”), peraltro, vengono mandati allo sbaraglio, ed usati dal Ministero come utili parafulmini sui quali scaricare scelte centrali ridicole (come nel caso degli inutili banchi a rotelle, il cui certificato di conformità, secondo il Ministero, ridicolmente, deve venire redatto dalle scuole).
– Le dichiarazioni della ministra ignorano la verità dei fatti. Alla scuola italiana, sulla quale gravano da 30 anni un’incuria e un accanimento distruttivo senza pari, per allinearsi all’investimento medio europeo per l’istruzione mancano circa trenta miliardi di euro, cifra molto distante dagli impegni di spesa palliativi che vengono esibiti dalla Azzolina come una grande “conquista”.
-Non abbiamo dimenticato la necessità di abrogare le controriforme della “Berluscuola”, chiedendo il ritorno immediato ai nuovi programmi del 1985 per la Scuola Primaria (abolizione del curriculum ciclico) ed ottenendo (insieme all’Mce) l’eliminazione della barbarie della valutazione in decimi voluta dalla Gelmini.
-Siamo stati gli unici a chiedere l’innalzamento dell’obbligo sino al quinto Superiore, ivi comprendendo l’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia, sin dall’a.s. 2021/2022, finita la pandemia, con l’utilizzazione di quanti avrebbero dovuti essere assunti oggi per il distanziamento sociale.
-Abbiamo stigmatizzato Invalsi ed alternanza scuola-lavoro e tutti gli orpelli del minimalismo culturale e dell’aziendalizzazione della scuola, ricordando la necessità del ripristino nelle Superiori di Primo e Secondo grado delle ore tagliate di Lettere, Storia, Geografia, Scienze e di quelle relative al bilinguismo, nonché del ripristino dei laboratori e delle ore tagliate negli Istituti Tecnici (come prevede peraltro ad un’importante sentenza mai rispettata).
-Ci battiamo ancora contro la cattiva scuola renziana, la chiamata diretta e “per competenze”, il “bonus premiale” ed il vincolo quinquennale dopo l’assunzione. Siamo ancora contro la vergogna di una legge (singolarmente modificata solo per via contrattuale) che continua a prevedere anche l’abolizione della titolarità di istituto per i docenti.
-Vogliamo un vero stato giuridico per il personale educativo, che va equiparato ai docenti della Primaria (anche – e non solo – per il bonus docenti).
-Abbiamo chiesto e chiediamo il preside elettivo.
-Ci battiamo per risolvere definitivamente la questione del precariato, rivendicando l’attivazione del doppio canale di reclutamento, ove valgano il servizio e le abilitazioni già conseguite (onde evitare la necessità di fare più di un concorso), mentre invece viene confermato il licenziamento dei diplomati magistrali e sono stati tagliati fuori dai concorsi 150mila precari con tre anni di servizio, per i quali chiediamo la stabilizzazione attraverso un concorso accessibile a tutti. Sono inaccettabili tempistica e regole del concorso straordinario, così come le nuove regole sul precariato, con l’unico effetto di far aumentare il contenzioso ed il divide et impera, viste anche le innumerevoli imprecisioni dell’Ordinanza Ministeriale e le continue disfunzioni del sistema. È stata vergognosa pure la prassi di nascondere ai neo-assunti la collocazione dei posti da ricoprire.
-Vogliamo l’estinzione immediata della truffa contro gli Ata ex Eell: basterebbero 200 milioni per riadeguare stipendi e pensioni, ed evitare più pesanti sanzioni dalla Ue, dopo ben 10 sentenze favorevoli pronunciate dalla Suprema Corte di Strasburgo.
-Rivendichiamo l’assunzione degli ex Lsp/Lpu, a pari retribuzione.
-Vogliamo una scuola vera, anche migliore di quella che ha preceduto la pandemia. La scuola non deve riprodurre disuguaglianze. Per far ciò, in concreto, occorrono maggiori opportunità educative per chi ha di meno, garantire ovunque edifici sicuri ed accoglienti nei quali crescere, imparare e ricostruire il sapere critico, contro una didattica di stato serva dei subvalori del profitto e della sola “occupabilità”. Scuola, Università e Ricerca sono oggi minacciate da chi interpreta la crisi attuale come occasione ottimale per potenziare i processi di quello stesso modello di sotto-sviluppo sociale, economico e politico incapace di tutelare appieno la collettività durante le fasi più acute di emergenza sanitaria a causa di un trentennio di tagli indiscriminati. Siamo molto preoccupati per un’eventuale terza ondata della pandemia, pandemia che sinora s’è tradotta in un ancor maggiore aumento delle disuguaglianze, in una ancor più sfrenata competizione tra le scuole e tra gli atenei con una torsione elitaria dell’acceso agli studi. È invece il tempo di cambiare assolutamente rotta. Il mondo del lavoro, del precariato e della disoccupazione ha già pagata cara la crisi economica del 2008: non vogliamo che nei prossimi anni ci si presenti il conto della crisi determinata dal Coronavirus e dagli interessi economici e politici che la accompagnano. Dalla scuola dell’emergenza alla “scuola ricostruita”: l’Unicobas vuole un contratto specifico per la Scuola (per Docenti ed Ata) fuori dai diktat del DLvo 29/93 che impedisce aumenti superiori al tasso di inflazione programmato dal Governo (cosa che ci ha fatto diventare i peggio retribuiti della Ue), nonché la rielezione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi), AL MOMENTO PREVISTA PER IL 13 APRILE 2021, con l’assorbimento da parte dello stesso dell’ambito disciplinare di Insegnanti ed Ata (fuori dalla giurisdizione dei dirigenti). Questo è l’unico organismo che può stilare il codice deontologico dei docenti (figure professionali). Esigiamo il ricalcolo della rappresentanza e rappresentatività sindacale sulla base di queste elezioni di categoria a suffragio universale con diritto di assemblea in orario di servizio per tutte le sigle.
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